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sabato 11 dicembre 2010

Sweet Potato & Coriander Soup


l'ho fatta stasera - spettacolo!



PREPARATION TIME 15 MINUTES
COOKING TIME 20 MINUTES
SERVES 4

Ingredients
1 teaspoon groundnut oil
2 medium leeks (700g), chopped coarsely
3 cloves garlic, quartered
2 medium sweet potatoes (800g), chopped coarsely
1 litre chicken or vegetable stock
160ml light evaporated milk - non l'avevo e ci ho messo il latte normale
4 tablespoons finely chopped fresh coriander - non l'avevo e ci ho messo il prezzemolo

Method
Heat oil in large saucepan; cook leek and garlic, stirring, until leek softens. Add sweet potatoes and stock; bring to a boil. Reduce the heat; simmer, covered, 15 minutes or until sweet potato softens.
Blend or process the soup, in batches, until smooth. Return soup to same cleaned pan; simmer, uncovered, until soup thickens slightly. Add evaporated milk and coriander; stir, without boiling, until heated through.
Helpful tip
The smoothest consistency for this soup will be achieved using a blender, hand-held stick blender or a mouli.

domenica 7 novembre 2010

Verza


Con la Biokiste è arrivata questa.

E allora ho seguito (quasi) la ricetta sul ricettario incluso:
Verza con salsiccia e formaggi al forno.

Ho pulito la Verza, tagliata a striscioline, l'ho scottata in acqua bollente con un pochino di sale.
Ho rosolato la salsiccia (parecchia!) in padella con un po' di olio.
Ho tagliato due formaggi (la mozzarella no, eh!!) tipo bitto o pizzoccheria, a cubetti.
Poi ho preso una pirofila, unta con poco olio, e ho fatto una strato di verza, sopra la salsiccia e i formaggi e coperto con altra verza e spolverizzato di grana e pepe.

30/40 minuti di forno non troppo caldo et volià, una meraviglia (non proprio leggerissima!!)

domenica 24 ottobre 2010

Salvataggio pentola acciaio

Le ho provate tutte: ore sul gas piena d'acqua e bicarbonato, una settimana di ammollo con Vim polvere, paglietta con sacrificio di unghie, ma ci sono ancora i segni carbonizzati delle cinque pere Kaiser che ho lasciato bruciare, una sottile crosticina che pare inglobata all'acciaio.
Esperienze o siete tutte così brave da non lasciar bruciare mai niente?
Vera

Coda alla Vaccinara


Non è il massimo della leggerezza, ma visto la stagione... Questa comunque la provo oggi, senza guancia né lardo, né strutto, mi sembrava un po' troppo... vi farò sapere!
Ricetta per 8 persone
Ingredienti
Una coda e guancia di bue, kg.2
Lardo gr.100
Strutto gr.30
Prezzemolo gr.30
Una carota, una cipolla
Uno spicchio di aglio
Un sedano bianco e tenero
Vino bianco: circa un bicchiere
Salsa di pomodoro – sale – pepe
Preparazione
Mondare, lavare e tritare finissimi prezzemolo, aglio, cipolla e carota. Tritare il lardo. Tagliare la coda e la guancia a pezzetti, lavarli e immergerli in acqua in ebollizione; quando l’acqua alzerà di nuovo il bollore togliere di nuovo la carne. Mettere in una casseruola di terracotta il lardo, lo strutto e tutto quanto è stato tritato. Lasciare soffriggere per un istante poi unire i pezzetti di coda e guancia, mescolare e rosolare sino a che la carne si sarà leggermente colorita; allora salare, pepare, continuare la rosolatura bagnando poco per volta con il vino bianco. Quando questo sarà evaporato unire una o due cucchiaiate di salsa di pomodoro sciolta in circa mezzo litro di acqua calda. Incoperchiare il recipiente e cuocere il tutto a fuoco moderatissimo per circa 4 ore. Pulire le coste del sedano, lavarle, tagliarle a pezzetti ed unirle alla carne dopo le 4 ore di cottura, lasciandola sul fuoco ancora per mezz’ora. Versare la carne sul piatto di portata, irrorarla con il suo sugo e servirla subito ben bollente.

LA CODA ALLA VACCINARA
Ner Rione Regola, tra li vaccinari
ner core antico dela Roma ricca
'n mezzo a li palazzi centenari
è nata 'na ricetta ch'è 'na "chicca".
La coda fin dai tempi... era la cosa
che distingueva 'a bestia dar cristiano
doppo avella assaggiata, 'a sora sposa,
capì che er bono... nun è solo umano!
Se prima è stato 'n piatto popolano
riservato a' classe macellaria
da quarche tempo, sembrerà 'n po' strano...
è 'r fiore all'occhiello dela culinaria!
-Pija 'n par de chili de coda de vitella
metti l'ojo ner coccio dela nonna
si nun ce l'hai... vabbene 'na padella
fai colori' mezza cipolla bionna
butta la coda quanno s'è appassita
rosola tutto a foco moderato
sfuma cor vino (abbasteno du' dita)
er sellero lo metti sminuzzato
er pommidoro... mejo la passata
sale, peperoncino (in abbondanza)
fai coce fino a quanno è spappolata...
...è na ricetta pe' riempi' la panza!
poesia di Sabrina Balbinetti
Roma 03/08/2008



domenica 17 ottobre 2010

Hauswirtschaft!!: Insetti fastidiosi?

L'alloro non piace neanche alle farfalline che inevitabilmente nascono in qualche sacchettino avviato, finito in fondo alla dispensa. Assolutamente inefficaci quei cartoncini collosi che pubblicizzano all'uopo.

giovedì 14 ottobre 2010

Panini alla salvia

DOSI PER 6 PANINI ALLA SALVIA
(io veramente ne faccio di più, alti 1 cm; ø 7 cm ca)
30 min + 12-15 di cottura

burro e farina per la teglia (o foglio di carta da forno bagnato e strizzato)
8-12 grosse foglie di salvia
250 gr di farina
1 cucchiaino di bicarbonato
1 bustina di lievito
3 g di sale
60 g di margarina o burro freddi
175 ml di latte
5 g di cremor tartaro (in farmacia più raramente al super - in Alto Adige e si chiama Kaliumnatriumtartrat!) *

1. Riscaldare il forno a 220°C, preparare la teglia, mettere le foglie di salvia fresche sul tagliere e tritarle con un coltello.
2. Setacciare la farina in una ciotola con bicarbonato, lievito e sale disponendola a fontana. Aggiungere la margarina tagliata a scaglie.
3. Lavorare il composto con la punta delle dita sfregandolo fino a quando non si formano dei grumi fini, sollevandolo e disfacendolo per aerarlo. Aggiungere la salvia.
4. Mescolare il latte con il cremor tartaro e aggiungerli agli altri ingredienti. Non lavorare a lungo l’impasto per evitare che i panini diventino pesanti. (*) Ho provato a non metterlo -anzi per anni non l’ho messo - bisogna però ammettere che “con” è tutta un’altra cosa…
5. Porre su una superficie infarinata e lavorarla per pochi secondi (in questa fase non dovrà essere troppo fine).
6. Stendere la pasta a 2 cm di spessore e con un tagliapasta o un bicchiere infarinato tagliare 6 dischi da 6 cm di ø, trasferirli sulla teglia.
7. Cuocere in forno caldo per 12-15 minuti fino a leggera doratura. Lasciarli raffreddare su una griglia prima di servirli.

lunedì 11 ottobre 2010

Gewuerzmischung

Vi posto un link di un sito tedesco, che ho trovato interessante:

Provate a farci un giro, elenca i diversi ingredienti delle varie Mischungen alcune per le preparazioni tedesche, imperdibili.

domenica 10 ottobre 2010

PAN DEI MORTI

INGREDIENTI
PER CIRCA 16 PEZZI SERVONO:

Amaretti 100 gr
Biscotti secchi 100 gr
Savoiardi 300 gr
Zucchero 300 gr
Cacao in polvere 50 gr
Cannella e noce moscata (anche meno) un cucchiaino, secondo il vs. gusto
Farina 250 gr
Fichi secchi 120 gr
Mandorle 120 gr
Pinoli 120 gr
Uvetta 120 gr
Lievito in polvere 10 gr
Uova 5 albumi
Vin santo o altro vino liquoroso 1 bicchiere


Unite tutti i biscotti nella tazza di un mixer e riduceteli in briciole finissime; riducete in polvere anche le mandorle e tritate finemente i fichi secchi, quindi raggruppateli in una ciotola piuttosto capiente, unendo anche lo zucchero, la farina, il lievito, la noce moscata, la cannella, il cacao e gli albumi.
A questo punto aggiungete anche l'uvetta precedentemente ammollata (nel vino) e strizzata, quindi mescolate per bene tutti gli ingredienti aggiungendo a poco a poco il vino; regolatevi con la quantità del vino, lavorando il composto fino ad amalgamarlo, poi trasferitelo su di una spianatoia leggermente infarinata e lavoratelo fino ad ottenere un impasto omogeneo e abbastanza consistente.
Dividete quindi il composto in panetti da 90-100 gr l'uno e modellate i vari pezzi in modo da conferirgli una forma piuttosto bassa (1 cm) e affusolata della lunghezza di circa 12 -15 cm e larghezza di 5-6 cm.
Ricoprite una placca da forno con carta forno e sistemateci il vostro pan dei morti, appiattendo con la mano ogni pezzettino e distanziando di qualche cm l’uno dall’altro; se volete, con l'aiuto di un coltello, potete praticare un taglietto sulla lunghezza di ogni pezzo.
Fate cuocere i pan dei morti in forno preriscaldato a 180° per 20-30 minuti, quindi, sfornate, spolverizzate con zucchero a velo finché caldi e lasciate raffreddare; servite il pan dei morti solo dopo averlo lasciato riposare per almeno due giorni meglio se in una scatola di latta chiusa col coperchio. Nel caso risultassero troppo duri aggiungete nella scatola un paio di fettine di mela, che cederà la sua umidità.
Se vi piace arricchire la ricetta, potete aggiungere 120 g di scorza diarancia o di cedro candito

Pan di Mort (io ci provo)


Sempre dal ricettario milanese della mamma (da come è scritto dedurrete che ha qualche annetto...!!)

INGREDIENTI:
500 gr biscotti secchi
250 gr farina bianca
300 gr zucchero semolato
125 gr fichi secchi tagliuzzati
125 gr uva sultanina
100 gr mandorle spellate e tritate
6 gr lievito sbriciolato
4 albumi
vino bianco secco - cannella in polvere - ostie - zucchero a velo

Faccia ammorbidire l'uva sultanina in acqua tiepida per 15 minuti.
Riduca i biscottini secchi in polvere finissima.
Sulla spianatoia mescoli farina, mandorle, uvetta e biscotti.
A questi ingredienti unisca i fichi, lo zucchero, un'idea di cannella ed il lievito.
Dopo aver bene amalgamato questi ingredienti, formi con essi la fontana.
Versi gli albumi ed impasti.
Dovrà ottenere un composto di giusta consistenza, per arrivare a questo, mentre impasta, versi quel tanto di vino bianco che basta.
Energicamente lavori l'impasto per circa 10 minuti quindi formi dei panini allungati all'estremità.
Sistemi i panini nella placca del forno, ma prima sotto ognuno metta alcune ostie (quante ne occorrono, e ciò dipende dalla loro grossezza).
Passi in forno a 180°
La cottura di questi pani sarà completa quando spezzandone uno vedrà che è secco anche internamente.
Prima di servirli spolverizzi con zucchero a velo.

Nel giorno dedicato ai morti, i pasticceri milanesi confezionavano questi "pan" utilizzando i residui delle diverse paste, raccolti durante i giorni precedenti.
Alcune varietà d'oggi dì: nocciole anzichè mandorle, arancia o cedro canditi anzichè uvetta.

Per concludere, la tradizione vuole che si consumino uno d due giorni dopo.
A tal proposito potranno essere conservati in vasi di vetro chiusi ermeticamente.

Vino consigliato: Prosecco di Conegliano / Valdobbiadene



Kuerbissuppe

750 gr di zucca
2 patate grandi
1 porro
200 ml di panna
75 gr di burro
2 cucchiai di semi di zucca tostati
1 litro di brodo vegetale
sale e pepe q.b.

tagliare la zucca e le patate a cubetti e il porro a rondelle, appassirli nel burro, aggiungere il brodo vegetale (io stasera l'ho preparato sintetico con il brodo ganulare della knorr), salare pepare e portare a ebollizione. Fare bollire lentamente per circa 20 minuti, quindi frullare il tutto con il minipimer fino a ottenere una crema omogenea. Incorporare la panna e servire guarnendo con qualche seme di zucca.

Pan de Mej

INGREDIENTI:
150 gr Farina bianca
150 gr Farina gialla a frana grezza
150 gr Farina gialla fine
150 gr Zucchero semolato
150 gr Burro
15 gr Lievito di birra
3 uova
Fiori di sambuco - zucchero vanigliato - sale - un poco di latte

Setacci i tre tipi di farina sulla spianatoia. Formi una fontana ed in mezzo vi rompa le uova. Unisca un cucchiaio di fiori di Sambuco, lo zucchero semolato, il burro fatto fondere precedentemente ed una presa di sale.
Faccia ben amalgamare questi ingredienti ed impasti versando, per ottenere la giusta consistenza, un po' di latte tiepido nel quale avrà fatto sciogliere il lievito. Se necessario aggiunga dell'altro latte.
Con la pasta formi una palla, la metta in una zuppiera, porti la zuppiera in un luogo tiepido, la copra con un tovagliolo e la lasci lievitare un'ora.
Unga con una noce di burro la placca del forno, la spolveri leggermente con della farina bianca.
Con la pasta formi dei piccoli panini, leggermente schiacciati, del diametro di 10 cm circa.
Li allinei sulla placca, distanziandoli tra loro, poichè cuocendo tendono ad allargarsi e, se troppo vicini, si attaccherebbero.
Cosparga i panini con poco zucchero vanigliato ed altri fiori di Sambuco.
Passi la placca in forno caldo (190°) e ve la lasci per 30 minuti.
Come usanza comanda, li serva con una tazza di buona panna liquida.

Vini consigliati:
Moscato Oltrepò Pavese
Moscato di Pantelleria.


Ps. ma i fiori di Sambuco, dove si trovano? Sto leggendo che si possono raccogliere e friggere in tempura e così anche i fiori di acacia, ma a Milano dove si trovano???

mercoledì 6 ottobre 2010

Funghi

Ragazze, non so a voi, ma io vada matta per i funghi....
Condividiamo qualche ricetta autunnale con protagonista il fungo? Io, ahimè, sono piuttosto scarsa in argomento, a meno che non si tratti di mangiarli.....!!!!

sabato 11 settembre 2010

Propongo...

... di dare un premio a Marina....
Potrebbe invitarci tutte a cena!!!!!!!

domenica 5 settembre 2010

La cucina molecolare

Cos'è la cucina molecolare? In cosa consiste? Utilizza additivi chimici? Quali? Fa male alla salute? E cos'è la sferificazione degli alimenti?

La cucina molecolare non è una innovazione, se ne sente parlare già da tempo, mi ha incuriosito e ora approfitto di questo blog per condividere la mia curiosità con voi!! per me cimentarmi in quest tecnica raffinatissima sarebbe un disastro, io di chimica non ho mai capito nulla, però la trovo affascinante.

La cucina molecolare è oggi materia scientifica che mette in evidenza ed utilizza in cucina tecniche e meccanismi basati su reazioni chimiche che trasformano un alimento, senza l'utilizzo di sostante chimiche o additivi. Ferran Adrià è lo chef massimo esponente della gastronomia molecolare.
La cucina molecolare è una scienza che, partendo dall’osservazione del comportamento molecolare dei cibi durante la preparazione, permette di trasformare la struttura molecolare degli alimenti senza fare uso di sostanze chimiche additive. Questo tipo di cucina offre la possibilità di scoprire nuovi sapori e nuovi piatti che risultano di particolare interesse e dal punto di vista dietetico e degli abbinamenti.

La gastronomia molecolare è quindi una disciplina scientifica che mette in evidenza i meccanismi e le reazioni chimiche che stanno alla base delle trasformazioni degli alimenti durante la loro preparazione. Niente di particolarmente strano se si pensa che la cucina molecolare sfrutta la trasformazione degli ingredienti grazie ad alterazioni fisico-chimiche, un po' come avviene per il pane, dove la fermentazione dei lieviti trasforma la farina e l’acqua generando appunto il pane, oppure per un semplice filetto alla griglia, in cui tramite la famosissima reazione di Maillard (Guarda cos'è questa reazione chimica) otteniamo la crosticina che tanto piace.
La storia
L’inventore di questa disciplina è il premio Nobel, Pierre Gilles De Gennes insignito della prestigiosa onorificenza per la fisica nel 1991.
Dal 1992 De Gennes si è impegnato a cercare, con la collaborazione di chimici, biologi e cuochi, ed elaborare una “teoria della pietanza”. Da qui è nata la Gastronomia molecolare o Cucina molecolare. In pratica, alla base di questa "disciplina" c’è l’intenzione di destrutturalizzare il senso del gusto, temperature e consistenza delle pietanze, e dargliene uno nuovo senza l'aggiunta di additivi o altri elementi.

Gli studi sulla materia sono iniziati in Francia a partire dali anni ‘80 ed hanno recentemente fatto approdo in Italia, il cui scienziato di maggior spicco è Davide Cassi.
Cardine della cucina molecolare è la revisione dei classici metodi di cottura per creare nuovi sapori e per migliorare i piatti dal punto di vista gastronomico e nutrizionale.
La cottura avviene spesso senza fiamma; si prospettano uova “cotte” a freddo e gelati preparati in azoto liquido. La cucina molecolare può aprire nuove frontiere per l’alimentazione, basandosi sull’assunto che le possibilità di abbinamento e di trattamento dei cibi sono molto più numerose di quelle a cui siamo abituati.

Esempi
Si può scoprire che l’alcol ha il potere di coagulare le proteine dell’uovosenza alterarne il sapore e si può così ottenere un uovo solido come se fosse cotto mantenendogli la leggerezza e i sentori del crudo.

Si può cuocere il pesce in una miscela di zuccheri fusi, anziché nell’olio, e scoprire che il nuovo "liquido di frittura" dimezza i tempi di cottura e che la sua densità e viscosità permettono di trattenere l’umidità all’interno del pesce. Perché non sia dolce, basta avvolgerlo in due foglie di porro. Dolce? No, perché le foglie di porro, poi utilizzate per fare la salsa di accompagnamento, lo preservano dal contatto con lo zucchero. Nessun grasso, una frittura perfetta che mantiene una consistenza soda delle carni del rombo e il gusto del pesce fresco grazie alla fluidità e alla temperatura costante del liquido di cottura, che non lascia sfuggire alcun liquido né vapore dalla carne, mantenendo così un sapore eccezionalmente intatto.

Oppure si può ottenere un gelato istantaneo utilizzando l’azoto liquidoa "meno 196°" e scoprire la sensazione piacevolissima di un gelato che non raffredda la bocca e permette di gustare il sapore con la stessa intensità dall’inizio alla fine.
La cagliata d’uovo, per fare un esempio, è una sorta di crema semisolida e morbidamente malleabile, ottenuta per cottura dell’uovo in alcool etilico a 95 gradi. Per ovviare all’odore di alcool, un risciacquo sotto l’acqua.


La sferificazione nella cucina molecolare ha l'obiettivo di creare "ravioli" (grossa palla ottenuta con un cucchiaio da cucina) o "caviale" (piccole palline della grandezza di un uovo di salmone) che avranno una consistenza, rigida all'esterno e liquida all'interno; il caviale schiacciato contro il palato lascerà uscire gli umori interni.


Liquore all'uva moscatella

Ingredienti

  • 1 kg di uva moscatella ben lavata
  • 125 gr di zucchero
  • 750 ml di alcol per liquori a 90 gradi
  • 2 chiodi di garofano
  • un pizzico di cannella in polvere
Liquore all'uva moscatella

Lavate bene l'uva, schiacciatela bene e versate ,passandolo attraverso un colino, il succo ottenuto in un vaso di vetro munito di coperchio dalla capienza di circa 2 litri. Scioglieteci dentro lo zucchero ed aggiungete l'alcol, i chiodi di garofano e la cannella. Dopo averlo ben chiuso, lasciatelo a macerare per circa 1 mese, scuotendolo di tanto in tanto, l'ideale sarebbe una volta al giorno.
Trascorso questo tempo, filtrate il liquore in una ciotola passandolo al colino foderato con un panno ben pulito e versatelo in una bottiglia perfettamente pulita e asciugata.

Filetti di salmone all'uva

Ingredienti

Per 6 persone

  • 6 filetti di salmone
  • 24 chicchi uva bianca sbucciata e senza semi
  • 12 cucchiai di panna liquida
  • olio d'oliva
  • sale e pepe
Spennellate con pochissimo olio i filetti di salmone e fateli cuocere in una padella ben calda per circa 3 minuti per parte. Aggiungete poi i chicchi di uva ed il vino Moscato. Quando il vino inizia a bollire, togliete i filetti di salmone, adagiateli sul piatto di portata salateli, pepateli e teneteli al caldo.
Nel frattempo versate nella padella la panna e fatela ridurre in modo da ottenere una salsina leggermente densa, insaporitela con un pizzico di sale e versatela sui filetti di salmone. Servite subito.

Pollo all'uva


Ingredienti
Per 6 persone
  • un pollo da un chilo e mezzo tagliato a pezzi
  • 2 cucchiai di aceto di vino bianco
  • vino bianco
  • 400 ml di brodo
  • 2 cucchiai di miele
  • 18 acini di uva bianca e nera senza semi
  • sale e pepe q.b.
  • olio di oliva
Salate e pepate i pezzi di pollo e poi fateli dorare in una capiente padella in un po' d'olio.
Quando belli dorati, appoggiateli in un vassoio e nella stessa padella, dopo avere tolto il grasso di cottura, aggiungete l'aceto che farete bollire per circa 5 secondi a fuoco forte. Versate poi il brodo, rimettete i pezzi di pollo, il miele e fate cuocere piano piano fino a quando la carne risulta cotta. Se ce ne fosse bisogno, aggiungete dell' altro brodo e aggiustate il sale ed il pepe. Negli ultimi minuti di cottura, aggiungete i chicchi di uva ben lavati ed interi.

Tortino di riso e uva

Ingredienti

Per 6 persone

  • 500 gr chicchi di uva senza semi
  • 1/2 kg di riso Carnaroli
  • 1/2 cipolla finemente tritata
  • olio di oliva
    • 1/2 bicchiere vino bianco
    • brodo vegetale
    • parmigiano grattugiato
    • 2 uova
    • pangrattato q.b.
    • sale q.b.
  • Fate appassire in una padella antiaderente la cipolla nell'olio. Quando è diventata bella trasparente aggiungete il riso e fatelo rosolare per una decina di secondi in modo che tutti i chicchi si impregnino bene con l'olio. Bagnate con il vino, fatelo evaporare e versate poi il brodo bollente tutto in una volta. Fate cuocere per 15 minuti circa senza mai girare (caso mai scuotete ogni tanto la padella) e a fine cottura togliete la pentola dal fuoco, aggiungete abbondante parmigiano, e le uova sbattute. Ungete una teglia circolare dal diametro di circa 24 cm, spolverizzatela di pangrattato e appoggiate sul suo fondo gli acini d'uva ben lavata in modo da ricoprirlo completamente. Versateci sopra il riso condito, spianatelo bene aiutandovi con una spatola, spolveratelo col pangrattato, aggiungete dei fiocchetti di burro qua e là e infornate a 180° fino a quando si sarà formata una bella crosticina dorata. Una volta tolto dal forno, fate raffreddare il tortino per qualche minuto e poi capovolgetelo sul piatto di portata e servite subito.
Tortino di riso e uva

E' tempo di Uva!

'uva è un frutto antichissimo.
Tracce dei suoi semi carbonizzati risalenti al Mesolitico (7.000 a.C.) sono stati infatti ritrovati sia in Italia che in Francia. Per moltissimi secoli l'uva è stata utilizzata per fare il vino e soltanto alla fine del XVII secolo incomincia a comparire come frutto nelle tavole dei nobili per poi diventare, col passare dei secoli, un alimento popolare.
Anche se altamente calorica ( circa 70 calorie per 100 gr) l'uva è ricca di elementi essenziali per il nostro benessere come i polifenoli; inoltre ha un effetto benefico sul sistema cardiovascolare, sui nostri reni ed un alto potere depurativo.
Evitate i grappoli acerbi perchè, una volta recisa, l'uva non matura più. Si conserva in frigorifero per non più di una settimana nella cassetta per la frutta racchiusa in un sacchetto di plastica.
Coi suoi dolci e colorati chicchi potete preparare non solo squisiti dessert ma anche tantissimi altri piatti: ce n'è per tutti i gusti, cercate tra le categorie!
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Biscottini (o poveracci) al limone

100 g di farina di frumento
150 g di farina di mais fine
175 g di burro
1 uovo intero
1 tuorlo
100 g di zucchero
2 limoni (buccia grattugiata)
1 cucchiaino di lievito in polvere

Amalgamare bene le due farine aggiungendo burro fuso, le uova, lo zucchero, la buccia di limone e il lievito.
Lavorare l'impasto con le mani e far riposare in frigorifero per 30 minuti.
Dopo i 30 minuti allargare l'impasto su una spianatoia e stenderlo fino all'altezza di 5 mm. Con degli stasmpini ricavare dei biscotti.
Disporli su una teglia imburrata e cuocerli in forno a 200°C. per 15 minuti.

Sformato di maccheroni stile Soprano


(12 porzioni)

450 g di pasta corta

55 g di burro

55 g di farina

1 l di latte

¼ di cucchiaino di noce moscata

1 cucchiaino di semi di senape in polvere

½ cucchiaino di paprika piccante

150 g di groviera

200 g di fontina

100 g di parmigiano

100 g di panna

Sale

Pepe nero

8 fette di pan carrè

60 g di burro fuso

40 g di parmigiano grattugiato


Cuocete la pasta in abbondante acqua salata, scolatela e raffreddatela velocemente.

Intanto preparate i formaggi per la salsa grattugiando il parmigiano e facendo a piccoli pezzi il groviera e la fontina. Ora iniziate con la besciamella: in una casseruola mettete a fondere, a fiamma media il burro, aggiungete poi la farina e fate cuocere fino a che il composto non cominci a schiumare e a prendere un colore più chiaro. Togliete la casseruola dal fuoco e aggiungete gradualmente il latte lavorando il tutto con una frusta. Fate cuocere per 5-6 minuti la salsa sempre mescolando con una paletta. Aggiungete alla besciamella la panna e i formaggi mescolando fino a che non risultino completamente fusi. insaporite la salsa con la senape, la paprika, la noce moscata, sale pepe e con questa condite la pasta. Mescolate bene il tutto così che la pasta sia condita in modo uniforme, verste il tutto in una pirofila o teglia di 9x13. In un cutter mettete il pancarré con il parmigiano, sbriciolate bene il tutto quindi cospargetelo sulla superficie della pasta. Al momento di andare a tavola mettete la pasta in forno caldo a 180°, lasciatela cuocere per una ventina di minuti. Lasciate riposare lo sformato per una decina di minuti prima di servirlo.

lunedì 12 luglio 2010

7 litchi contro il singhiozzo!

Allora, ho trovato questo consiglio e ho pensato di condividerlo con voi. Secondo me, ora che il tutto è pronto, il singhiozzo è sparito da solo...

Antica ricetta cinese contro il singhiozzo.

Far cuocere 7 litchi finché la buccia non è carbonizzata e la polpa marroncina.

Metterli in un mortaio e pestarli bene.

Unire 1 bicchiere di acqua e bere tutto in una volta.


Se qualcuno lo prova, poi per favore, ci dica come è andata!

Pesto ai Pistacchi

Pestare in un mortaio prezzemolo, basilico, pistacchi, pinoli, mandorle tostate, parmigiano, aggiungere olio, sale e pepe.
Amalgamate il tutto fino ad ottenere un composto omogeneo e consistente.
Condite pasta e gnocchi!

giovedì 1 luglio 2010

Marmellata di frutta mista

Ingredienti per 4 vasetti:
300 g di pesche (scegliete voi se bianche o gialle)
300 g di albicocche
300 g di melone
300 g di mele gialle
300 g di pere william
100 g di lamponi
400 g di zucchero

Lavare ed asciugare tutta la frutta; togliere la buccia alle mele e i semi e la buccia al melone.
Tagliare la frutta a pezzi piuttosto piccoli e versarla in una casseruola con lo zucchero.
Accendere il fuoco a fiamma bassa e, mescolando spesso, cuocere per circa 1 ora o finché la frutta non risulta ben cotta, fluida e non troppo compatta. Fare sempre la prova piattino.
Se si vogliono eliminare i pezzi grossi di frutta passare con il frullatore ad immersione fino a ridurre tutto in una purea. Mettere la marmellata calda in vasi precedentemente sterilizzati in forno caldo e chiudere ermeticamente.

Insetti fastidiosi?

Insetticidi naturali: le mosche, non amano l’alloro, le formiche sono nemiche del limone. Per le zanzare appendete al soffitto un limone steccato con chiodi di garofano e mettete gerani su davanzali e terrazzi!

martedì 29 giugno 2010

Melitzanosalata

Ingredienti
1 melanzana medio-grande
1 spicchio d'aglio
3-4 gherigli di noci
1-2 tbsp di yoghurt greco (Fage/Mevgal)
1-2 tbsp di feta grattugiata (optional)
1 presa di sale
olio d'oliva

far abbrustolire la melanzana sul fornello a gas (o sul BBQ!!!) - imbratta la cucina, ma ne vale la pena - finche' la buccia non diventa tutta nera
spellare la melanzana quando ancora bollente
spappolarla con un cucchiaio di legno, aggiungere i gherigli di noce tritati, aglio spremuto, yoghurt, feta, sale, olio quanto basta

Ottima su crostini di pane, con grissini, verdure crude, o con BBQ (o a cucchiaiate direttamente dalla ciotola, come la Nutella!!!)

Composta di frutti di bosco

2 vaschette di mirtilli
2 vaschette di lamponi
2 vaschette di ribes
2 limoni
100 g di zucchero
1 cucchiaio di maizena disciolto in 100 ml d’acqua
1 mazzetto di menta

Condite i frutti di bosco con lo zucchero, il succo di limone, mescolate alla maizena, frullatene una parte. Mettete in un pentolino la purea filtrata, i frutti di bosco interi e fate cuocere per qualche minuto fino a quando il succo si sarà addensato.

Come farcitura per gelati e per il Kaiserschmarren!

Kaiserschmarren ...hm lecker!!

per 6 persone

6 tuorli d'uovo
1 presa di sale
ca. ¼ di latte o panna liquida
150 g di farina
6 albumi montati a neve
50 g di zucchero
50 g di burro
50 g di uva sultanina
zucchero a velo per spolverare il dolce

Mischiate fino a consistenza semifluida i tuorli, la farina, il latte ed il sale.
Nell'albume montato a neve aggiungete lo zucchero a cucchiai, mischiate e aggiungete all'impasto.
Cuocete il burro in una padella, versateci l'impasto e coprite fino ad una prima cottura.
Cospargete con l'uva sultanina, girate il tutto e ultimate la cottura. La fiamma o la temperatura della piastra elettrica non deve essere troppo alta! Spezzettate e lasciate rapidamente evaporare.
Servite caldo con zucchero a velo.
Il Kaiserschmarren va servito con una composta di frutta cotta o con marmellata di prugne o susine.

Il magico Sambuco

Il Sambuco è posto sotto l’influenza planetaria della Luna. E’ uno degli alberi prediletti dalle Streghe e dalle creature della notte, in effetti il Sambuco è utilizzato per rituali affatturamento. Un Sambuco che vive all’ombra di una pianta di Salice possiede incredibili virtù: chi ne trovasse un esemplare può tagliare dei cerchietti di legno e questi, opportunamente lavorati in giorni e ore adatti ( della Luna) diventano potentissimi talismani. Essi procurano visioni oniriche, proteggono nei viaggi pericolosi e aiutano all’apprendimento magico.
Questa pianta magica, alquanto inquietante, è chiamata albero del "Flauto Magico". Nell’antica storia celtica si racconta che nel sambuco dimorasse una fata dai lunghi capelli d’oro dal nome Holda; con lei, nascosti tra i cespugli, c'erano solo gli elfi.
A quei tempi, non c'era contadino che dinanzi a questo sacro arbusto non si inchinasse. Per sette volte egli si prostrava, perché sette erano i suoi doni.
In sette parti il Sambuco donava se stesso per il bene della povera gente: la sua resina, per placare il dolore delle lussazioni; il decotto di radice per la gotta; la sua corteccia era un riequilibrante intestinale e serviva anche per cistiti e orzaioli; le sue foglie curavano la pelle, i frutti le bronchiti ed i mali invernali; l’infuso di fiori depurava ed infine dai germogli si otteneva un potente decotto che calmava le nevralgie.
Nelle baite di montagna il Sambuco trionfava.
Si affermava che proteggesse il bestiame e i contadini da malattie e serpenti velenosi. A valle, nelle case benestanti, il legno di Sambuco serviva a tener lontano i ladri.



Nella leggenda del Flauto magico si racconta che questo strumento fatato fosse intagliato nel legno del Sambuco: il suo magico suono era sicura protezione dai sortilegi… Nella nota opera di Mozart si racconta che la Regina della Notte fece dono a Tamino di un flauto, e subito lo strumento divenne d’oro: nei momenti di pericolo, se suonato, liberava gli sventurati da situazioni pericolose o difficili.
Vecchio detto contadino: mai bruciare il Sambuco (ancora oggi si crede che bruciare il suo legno porti male e che le sue ceneri aprano al diavolo la porta di casa).

Sformatini dolci di ricotta

450 g di ricotta
50 g di farina
100 g di zucchero
50 g di cedro candito
3 uova
1 limone, la scorza grattugiata
1 pizzico abbondante di cannella in polvere

200 g di cioccolato fondente per la salsa
latte
panna
zucchero al velo

Accendete il forno a 160 gradi. Mettete in una ciotola la ricotta con lo zucchero e lavorateli per 5 minuti con una forchetta. Unitevi i tuorli e versate a pioggia 50g di farina, mescolando con un cucchiaio di legno. Aggiungete al composto la scorza di limone grattugiata, i canditi e la cannella. Montate a neve gli albumi per 10 minuti (5 minuti con la frusta elettrica) ed uniteli al composto ottenuto, mescolando con una spatola e con movimento dal basso verso l'alto. Versate il composto in uno stampo imburrato, ed infarinato, o in stampini individuali. Infornate e fate cuocere per 30-35 minuti. Lasciate raffreddare prima di servire e cospargete con dello zucchero al velo.

Tegoline alle mandorle

Le raffinatissime e fragili tegoline o tuiles come si dice oltralpe!... Usatele per farcire coppette di gelato, la stagione è quella giusta!!

Tegoline alle mandorle
100 g di burro morbido
200 g di zucchero semolato
200 di mandorle sfilettate e tritate
100 di succo d’arancia
50 g di farina
50 g di Grand Marnier

Unire tutti gli ingredienti in una boule, mescolare energicamente e mettere a riposare in frigorifero per almeno un’ora. Preparare delle piccole cialde del diametro di 4 cm e cuocerle in forno a 220°C per pochi minuti, il tempo nesssario a che i dolcetti si "espandano" e prendano un bel colore bruno dorato. Staccarle dalla placca quando sono ancora calde e modellarle a piacere.

Savarin fragole e panna

La classica bagna al rum può essere sostituita con una più leggera, ad esempio il rum si può diluire con succo di ananas o c'è chi preferisce la versione profumata al limoncello



Savarin al rum

200 g. farina “00”
100 g. farina manitoba
2 dl. latte
30 g. lievito
4 uova
150 g. burro
50 g zucchero
un pizzico di sale

Impastare la farina con il latte, in cui sarà stato sciolto in precedenza il lievito, unire le uova e lavorare energicamente l'impasto. Lasciar lievitare per circa un'ora. Unire quindi gli altri ingredienti, impastare il tutto e lavorare per una decina di minuti. Trasferire l’impasto nello stampo, riempiendolo non oltre la metà. Quando la pasta lievitando avrà riempito lo stampo, infornare a 200° per 15 minuti, quindi abbassare il forno a 180° e lasciar cuocere per altri 15 minuti. Quando il dolce avrà assunto un bel colore bruno dorato sfornare il savarin e bagnarlo immediatamente. Sformare il dolce e finirlo con la gelatina.


Bagna al rhum

300 g. di acqua
400 g. di zucchero
2 dl. di rum molto profumato
1/2 stecca di vaniglia

Portare ad ebollizione l'acqua con lo zucchero e la vaniglia, non appena lo zucchero é sciolto togliere dal fuoco e far intiepidire, quindi unire il rum.


Finitura
un quarto di panna montata durissima (a piacere aggiungere dello zucchero a velo mentre la si monta. ricordarsi che la panna deve essere molto fredda per montarla bene)
200 g di gelatina di albicocche
1 dl. di rum

Sciogliere la gelatina, diluirla con il rum e lucidare il dolce